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In nome di Allah o di Elohim

2023-11-26 18:59

Vincenzo Fiore

Primo Piano, Territori,

In nome di Allah o di Elohim

Ho ascoltato una registrazione di una telefonata "raccapricciante" diffusa dall'esercito israeliano, in cui viene messa in scena una terribile manifes

Ho ascoltato una registrazione di una telefonata "raccapricciante" diffusa dall'esercito israeliano, in cui viene messa in scena una terribile manifestazione di odio che affonda le radici in atti barbari perpetuati per secoli. Ho udito i capi religiosi che vivono nel nostro paese e che non riescono a distaccarsi da quell'azione vile e scellerata, vista come un atto eroico dai suoi esecutori. Un'azione di cui non dovrebbero vantarsi né di cui andare fieri, tanto da manifestarla persino ai propri familiari, fratelli, padri, madri e sorelle. Questo è un fatto che lascia sbalorditi e senza parole. Queste persone sembrano non appartenere alla stessa umanità, ma sembrano esseri di un altro pianeta, cresciuti nell'odio verso gli altri, considerati come diversi e ostili. La questione palestinese, un popolo senza terra, vittima di ingiustizie e violenze inflitte dai governi israeliani nel corso della storia, è una causa che non può giustificare tanta inumanità e odio rivolti verso persone innocenti e indifese. La radice del problema è profonda, coinvolge anche altri popoli privati del diritto di vivere nelle proprie terre, non riconosciuti come entità culturali e privati dell'autogoverno.

 

Questo odio, coltivato per secoli, l'incapacità di dialogo, la violenza e l'arroganza, l'assenza di chiarezza nelle idee per risolvere il problema e, ancor peggio, la risposta alle provocazioni con azioni ancora più violente e distruttive, sono sempre a discapito dei più vulnerabili. La risposta non dovrebbe consistere nell'entrata dell'esercito israeliano a Gaza per infliggere una punizione biblica in vendetta dell'azione animalesca subita, ma dovrebbe derivare da un confronto con la parte non radicalizzata e propensa al dialogo dell'altra parte. Dovrebbe coinvolgere un impegno politico per isolare le frange violente non propense al dialogo. Quando gli occidentali decideranno di abbandonare gli atteggiamenti ipocriti? Non si può da un lato intrattenere affari e commercio e fingere di essere "amici", e dall'altro distruggere le loro città, uccidere civili indifesi ed esportare una falsa "democrazia". Questi errori si ritorcono contro di noi e alimentano i capi religiosi che sono imbevuti di odio, interpretando i testi religiosi solo nella versione che soddisfa la loro sete di violenza. Il loro Dio, sia chiamato Allah o Jahvè, è lo stesso Dio dei Cristiani, e non è un Dio assassino, vendicativo o ispiratore di atti vigliacchi e bestiali.

 

Ci troviamo sull'orlo di un precipizio, e possiamo risolvere la situazione solo adottando metodi avanzati e progrediti, allontanandoci sempre di più da comportamenti e azioni bestiali. Tuttavia, ciò che non potrò mai comprendere e che mi farà rimanere critico, è il comportamento, le decisioni e le scelte fatte da coloro che sono incaricati del ragionamento freddo e delle decisioni, che dovrebbero tenere conto di tutti: le vittime, gli innocenti e in particolare tenere in alta considerazione i “portatori di odio”, affinché possano trasformarsi, tutti, in una società "civile" nei più alti termini di "civiltà". Siamo giunti a una scelta drammatica: o, per risolvere le crisi attuali, adottiamo i sistemi che abbiamo sempre utilizzato da quando esistiamo come specie, oppure cerchiamo approcci più intelligenti che tengano conto del fatto di essere eredi della specie "umana" civilizzata da secoli di stratificate esperienze che hanno costruito una stupenda cultura.


 

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Uno dei nomi del Dio di Abramo

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