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La Libertà di Stampa: dal "Fascismo" ai giorni nostri

2023-11-26 11:50

Anna Riggio

Primo Piano, Territori,

La Libertà di Stampa: dal "Fascismo" ai giorni nostri

Attualmente, il termine "veline" è rimasto nel gergo giornalistico per indicare comunicazioni da parte dei governi, enti pubblici e partiti.

Verso la fine del 1926, si assistette a un'ulteriore fase nella costruzione del regime, che trovò pretesto in un attentato subito da Mussolini a Bologna, attribuito a un quindicenne che fu linciato sul posto dalle camicie nere. Questo evento offrì al governo l'opportunità di introdurre una serie di misure repressive, tra le quali spiccava l'annullamento di ogni libertà di opinione e di stampa. Già dal 1922, la stampa democratica non era riuscita a svolgere appieno le sue funzioni a causa degli attacchi degli squadristi. Così prese forma la fascistizzazione della stampa, che comportava un controllo politico su tutti i giornali. Tale controllo si concretizzò in una serie di disposizioni emanate da Roma: le cosiddette "veline". Le veline consistevano in comunicazioni telegrafate dall'ufficio stampa della Presidenza del Consiglio ai prefetti, che venivano trasmesse alle redazioni dei giornali, indicando quali notizie dovevano essere pubblicate. È importante ricordare che il termine "veline" deriva dal foglio dattiloscritto su carta velina, contenente le direttive impartite dal regime fascista alla stampa. Queste comunicazioni suggerivano come affrontare una notizia, se metterla in risalto e con quale approccio presentarla ai lettori. Attualmente, il termine "veline" è rimasto nel gergo giornalistico per indicare comunicazioni da parte dei governi, enti pubblici e partiti.

 

Oggi, le veline si scontrano con l'articolo 21 della nostra Costituzione, il quale afferma: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazione o censure." Tuttavia, anche oggi non possiamo parlare pienamente di libertà di stampa, poiché l'informazione è spesso condizionata dal contesto politico, dato che molti giornali beneficiano di contributi pubblici. Il finanziamento statale viene utilizzato per influenzare il flusso dell'informazione, apparentemente per proteggere la sicurezza dello Stato e la verità.

 

In passato, in Italia, era la mafia a minacciare la libertà di stampa, ma ora è la pressione finanziaria che viene utilizzata sia per sponsorizzare sia per diffamare coloro che difendono la verità. Attualmente, la libertà di stampa è minacciata anche dai social media, poiché i media vicini al governo, generosamente finanziati, diffondono informazioni che non rispecchiano la verità. Ecco perché oggi si nota un ritorno delle "veline" con conseguenze dannose sull'informazione e sull'intelligenza umana. Sarebbe necessario porre maggior attenzione e riflessione su come l'informazione è influenzata e controllata, al fine di preservare una libertà di stampa autentica e garantire un accesso equo e veritiero alle notizie. Scritto da Anna Riggio

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