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Educazione alla libertà

2023-12-24 14:11

Anna Riggio

Primo Piano, @Maria Ruisi, @cittadinanza Attiva, @Anna Riggio, @vincenzo fiore,

Educazione alla libertà

Educazione alla libertàIl concetto di educazione mira alla promozione della personalità del soggetto e alla generazione di verità e virtù. L'educazion

 

Educazione alla libertà

Il concetto di educazione mira alla promozione della personalità del soggetto e alla generazione di verità e virtù. L'educazione socializza l'uomo con gli altri, facendoli sentire come "se stessi", "civilizzandoli" e "culturalizzandoli". L'educazione è un atto etico, come afferma Platone, e alla base di ogni processo educativo c'è la famiglia, un elemento importante nella crescita dei propri figli. La famiglia, oltre a soddisfare i bisogni primari, ha il compito di educare alla libertà la propria prole. Ma cosa significa educazione alla libertà?

Educazione alla libertà significa educare alla "scelta", esercitata nel libero confronto delle relazioni date. La scelta è una decisione che riguarda la qualità dell'impegno, non la qualità delle relazioni, poiché sarà la qualità dell'impegno a determinare la qualità delle relazioni. Educazione alla libertà significa, dunque, educare alla scelta, una scelta che non esclude altre opzioni, ma che si rinnova continuamente in una verifica costante di sé stessa e delle relazioni. Solo così la scelta diventa aperta a tutte le comprensioni e, contemporaneamente, allontana l'uomo dai pregiudizi che limitano il suo pensiero.

Educazione alla libertà significa apertura a un mondo relazionale e collaborativo. L'atteggiamento di tolleranza e di liberale disponibilità all'espressione degli altri non è un modo di sopportarli o di sentirsi superiori, ma piuttosto un'attesa rispettosa degli altri, un'attesa che si esplica nel dialogo e nella cooperazione. Educazione all'impegno significa "darsi" per rendersi disponibili nei rapporti relazionali, affinché si possa parlare di un rispettoso atteggiamento verso gli altri.

Il bambino scopre nella relazione la libertà concreta e oggettiva, ma al tempo stesso comprende i limiti oggettivi della libertà, la consapevolezza che la volontà individuale non è un dato assoluto ma partecipa a un mondo relazionale. La lotta per la libertà non si manifesta solo attraverso una mera affermazione ideale di autonomia, ma piuttosto nell'impegno relazionale all'interno delle relazioni attuali.

Il problema della libertà non sarà più solo il problema dell'io, ma anche il problema dell'io e degli altri, poiché "darsi" significa possedersi e sentirsi uomini, orgogliosi della propria umanità, senza l'angoscia autocontemplante di chi si rifugia nel proprio guscio. L'unica angoscia permessa "all'uomo impegnato" è quella dell'inattività, del non potersi dare, del non sapere e, per stoltezza intellettuale, del non poter comunicare, di non poter offrire all'altro la propria solidarietà umana.

La libertà non deve essere astratta e velleitaria, ma ha senso solo se contempla contenuti relazionali. Solo così l'uomo può definirsi un "uomo libero", come sosteneva Giorgio Gaber: "La libertà è partecipazione".

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